Consigli per la cura
Si tratta di una pianta rustica, facile da mantenere e priva di indicazioni particolari per la sua cura.
Terreno: i Chamaecyparis prosperano in terreni ben drenati, profondi e sciolti; la presenza di materia organica e di una leggera acidità, e l’assenza di calcare, crea il substrato perfetto.
Clima: Si tratta di piante che non soffrono particolarmente né il caldo, né il freddo; possono sopravvivere a temperature anche inferiori agli 0 gradi. Il clima perfetto è fresco e umido, non troppo ventoso.
Irrigazione: Non sono piante che necessitano di irrigazione continua; in genere le piogge forniscono loro sufficiente acqua e minerali. Si tratta però di piante sensibili alle lunghe siccità: se, quindi, le precipitazioni non si rivelano sufficienti, è necessario procedere all’annaffiatura artificiale.
Concimazione: la concimazione deve essere compiuta nei mesi primaverili e in quelli autunnali. Bisogna interrare del concime organico (cronunghia, farina d’ossa) ai piedi della pianta per favorirne la crescita. Occasionalmente, si può integrare la concimazione con concime adatto a piante acidofile, a base di azoto, che favorisce la coloritura delle foglie.
Potatura: i Chamaecyparis richiedono solo occasionalmente interventi di potatura e di conciliazione. Data la densa vegetazione, può rendersi necessario potarle per ridurne l’estensione. Nelle piante giovani, è possibile intervenire con la potatura per conferire loro la forma desiderata, tagliando i rami in eccesso durante i mesi primaverili.
Malattie: i Chamaecyparis sono piante resistenti agli attacchi dei parassiti, sia vegetali che animali. Questi alberi possono, però, divenire vittime di funghi che portano al marciume radicale. La malattia può essere prevenuta piantando l’albero in terreni con buon drenaggio, a limitata umidità. I Chamaecyparis possono soffrire se il calcio nel terreno è presente in quantità eccesive, sviluppando la clorosi ferrica. Un eccesso di concime azotato espone gli alberi agli afidi.
Trapianto: se l’inverno non è troppo freddo, i mesi di ottobre e novembre sono quelli più adatti al trapianto. In caso contrario, si può agire all’inizio della primavera, il che permette alle piante di radicarsi e svilupparsi prima dei mesi invernali
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